Non sapevo se scrivere un’introduzione emozionale e una lacrima strappastorie, ma ho deciso che per questo post vado diretta di elenco numerato e basta. Ogni tanto basta andare dritti al punto senza deviazioni.
- Svariati buchi in meno: delle Birkenstock, delle cinture, del cinturino dell’orologio. Ho stretto tutto senza nemmeno notarlo. Me ne sono accorta quando i sandali nuovi a cui ho fatto un buco in più (molto lontano dall’ultimo disponibile), improvvisamente si chiudevano senza bisogno dell’extra. Che botta è stata.
- 10 bpm in meno: un giorno l’Apple Watch mi ha dato una notifica strana, con una vibrazione che non riconoscevo. “Nuovo trend per battito cardiaco”. Approfondendo, ho scoperto che in pratica mi si sono abbassati i battiti al minuto di circa 15 unità: il mio cuore faceva meno fatica a pompare, perché ero meno pesante anch’io. Mi sono proprio detta “ah”.
- Bisogno di muovermi: a un certo punto mi sono trovata con così tanta energia da spendere, che uscivo a camminare intorno all’isolato a qualsiasi ora, non riuscivo neanche a stare seduta. Faccio le scale al posto di prendere l’ascensore, al supermercato ci vado a piedi, ho persino comprato le sfide su Pacer con tanto di medaglia.
- Fantasia nel cucinare: io che bruciavo anche il pane tostato, mi sono trovata ad inventare modi sempre più creativi per combinare i macro che mi dava la nutrizionista. E mi diverto pure. Non solo, ma ho cominciato a mangiare cose che prima non volevo nemmeno vedere.
- La spesa è diventata un momento di scoperta: prima vivevo la spesa al supermercato come un “vado a testa bassa, compro cose a caso, esco e stasera mi ingozzo”, per poi trovarmi ad avere un’accozzaglia di alimenti incombinabili tra loro. Ora entro in un supermercato con una specie di piramide alimentare e una tabella mentale da riempire: valuto tutto quello che vedo incasellandolo in un ambiente macro, lo immagino incasellato in un pasto. Improvvisamente mi si sono aperte mille possibilità di ricette e combinazioni.
- Le tentazioni (alimentari) sono sparite: sembra paradossale, ma è stata la cosa che più mi ha sconvolta. Pensavo che rinunciare alle cose che amavo di più avrebbe aumentato il rischio della tentazione, e invece è stato il contrario. Nel momento in cui la mia testa ha capito che potevo concedermi tutto quello che volevo, ma nella giusta misura e in un piano alimentare equilibrato, ho smesso di essere attirata da ciò che prima era “uno sfizio continuo”. Al supermercato non mi tenta nulla.
- Dolore fisico diminuito: sembra esagerata detta così, ma è sparito il mal di testa, è sparito il mal di pancia, il male alle articolazioni (piegarsi per raccogliere qualcosa non era più una tortura per le ginocchia). Un’altra vita.
- Meno paura di prendere decisioni: mi sono iscritta a Yoga e ho ripreso a ballare. Entrambe cose che volevo fare da anni, ma che avevo paura di fare, per ragioni abbastanza indefinite. Poi ce ne sono altre, ma magari ne parliamo in un secondo momento.
- Improvvisa necessità di “lasciar andare”: ho tagliato 20 cm di capelli, ho smesso di comprare qualsiasi cosa vedessi online e in store che mi attirasse, il guardaroba zeppo di capi che non uso ha iniziato a generarmi ansia e ora punto a un decluttering massivo (anche dovuto alla basica logistica: mi sta tutto grande) e a un capsule wardrobe. In pratica è stato come se – con i kg persi – abbia perso anche la necessità di compensare con altro. Non si vive niente male, sapete?
- Meno senso di colpa: di questo ne parlerò in un post specifico, ma tant’è.
That’s it. Al prossimo post,
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