Dovete sapere una cosa: in ufficio da me SI MANGIA. TANTO. Qualche settimana fa due colleghi hanno compiuto gli anni e portato in ufficio 4 vassoi di pastine, pizzette, panini e quanto più di zozzo esista su questo pianeta. E io ero pure in preciclo. Serve che dica com’è finita?
Penso di aver ingerito la quantità di carboidrati prevista per l’intera settimana in una sola giornata.
È la normalità? No.
Succederà di nuovo? Altamente probabile.
Mi sto autofustigando per averlo fatto? No.
Questo perché ho imparato che gli scivoloni in una dieta capitano, ma non serve farsene una colpa al punto di dire “questa sera salto la cena”. Semplicemente a cena quella sera ho mangiato il mio amato passato di verdure bello abbondante (è una delle mie cose preferite delle stagioni fredde) e mi sono sdraiata a letto serena e consapevole che mi sono goduta del buon cibo in compagnia e che ciò non ha costituito un fallimento del mio percorso.
Il senso di colpa non deve far parte della mia quotidianità alimentare perché ho capito che non so gestirlo: preferisco prendere coscienza di come vanno/stanno le cose, capire che ho mangiato un po’ di più delle mie dosi stabilite, che non è quella la mia normalità e che posso tornare al mio piano.
Se ho dubbi sul mio percorso, comunque, so di avere a disposizione qualcuno a cui chiedere su come gestire queste sensazioni contrastanti, e già per me è tantissimo.